Intervista a Maurizio Zacchi, Direttore della Cyber Academy di Cyber Guru
Maurizio Zacchi ricopre in Cyber Guru l’incarico di Direttore della Cyber Academy, la direzione che si occupa dello sviluppo dei contenuti formativi delle piattaforme di Cyber Security Awareness. Laureato in Scienze della Comunicazione e con un Master in Instructional Designing, dal 2017 ha partecipato attivamente alla nascita del progetto Cyber Guru e, sfruttando le sue competenze sia di carattere tecnologico sia di carattere comunicativo, ha coordinato lo sviluppo di tutti i contenuti formativi delle piattaforme di Cyber Security Awareness.
Sviluppare una tecnologia dal volto umano, che sia esclusivamente al servizio delle persone che la utilizzano. In un mondo in cui tutto è sempre più freddo e asettico, e dove l’essere umano rischia di trasformarsi in un automa guidato dalle macchine, questa è la sfida che Cyber Guru si è posta sin dalla sua nascita.
L’ispiratore di questa visione è stato Maurizio Zacchi, umanista di indole e di formazione ma con un background tecnologico. Nel suo percorso professionale si è occupato anche di marketing e comunicazione, e ha sognato un’azienda che parlasse, sì, di tecnologia ma con una modalità e un linguaggio in grado di arrivare a tutti e di rispettare la complessità del pensiero umano. A volte succede che i sogni si realizzino.
Così, Maurizio, che ha preso parte alla nascita di Cyber Guru, ora dirige l’Academy, il settore che si occupa di costruire contenuti e metodi per divulgare la Cyber Security Awareness.
“Era il 2017 – racconta – e la Cyber Security Awareness in Italia emetteva i suoi primi vagiti. Venivamo dal Gruppo Daman che, sul mercato, faceva scouting di soluzioni innovative per la cyber security, che venivano quasi esclusivamente dall’estero, perché in Italia non si fa ricerca e sviluppo in ambito tecnologico.
La spinta a cercare in casa nuove soluzioni ci è arrivata da una grande banca italiana che lamentava un costante investimento nella formazione sulla sicurezza a fronte di risultati deludenti. Così ci siamo resi conto che la sfida non era tanto di carattere tecnologico ma verteva principalmente sul fattore umano. Dovevamo trovare il modo di trasmettere una conoscenza che non si fermasse all’apprendimento di una teoria ma che portasse a un radicale cambio di comportamenti da parte degli utenti. Su questa sfida e su questo progetto è nata Cyber Guru. Abbiamo capito che dovevamo coinvolgere le persone e trasmettere loro l’idea che il beneficio ricavato sarebbe stato a loro vantaggio e non a esclusivo beneficio dell’azienda, come si è sempre pensato che fosse. Una modalità tutta da scoprire e che in Italia ancora nessuno stava percorrendo”.
Il “viaggio straordinario” nella multidisciplinarietà
Il piccolo gruppo che ha scommesso su questa visione del tutto nuova della formazione era formato di sole tre persone, Gianni Baroni, l’attuale CEO di Cyber Guru, un ricercatore israeliano, Tzach Horowitz, e Maurizio Zacchi, al quale da subito è stato assegnato il ruolo di pensare e organizzare i contenuti e strutturare un metodo di apprendimento con cui diffonderli.
“Da quel momento – dice Zacchi – è iniziato quello che io definisco il “viaggio straordinario”, che è il percorso di conoscenza che proponiamo agli utenti, ma anche quello fatto da Cyber Guru, dalla sua nascita fino a oggi, nonché il mio personale, che ha visto un arricchimento ad ampio spettro, avendo dovuto approfondire, oltre alla materia della sicurezza informatica, alla base di tutto, anche gli studi in diverse discipline: psicologia, andragogia, comunicazione e multimedialità”.
Un percorso di sviluppo condiviso anche dal team Academy, composto oggi da professionalità di varia estrazione, con un mix di competenze che rappresenta uno dei principali fattori di successo dei percorsi formativi di Cyber Guru.
Psicologia:
La psicologia applicata alla cyber security si riferisce sia allo studio della mentalità dell’attaccante, cioè il criminale, sia alla conoscenza delle vulnerabilità di chi riceve gli attacchi. A questo si aggiunge lo studio dell’architettura cognitiva umana, che funge da ponte tra psicologia e formazione e ha un impatto decisivo sull’efficacia della formazione stessa.
Andragogia:
É la scienza dell’educazione degli adulti. In particolare nei programmi formativi di Cyber Guru si fa riferimento alla teoria del carico cognitivo relativa al principale meccanismo di apprendimento e in particolare, al ruolo della memoria di lavoro e alla sua relazione con la memoria a lungo termine.
Comunicazione:
Per quello che riguarda la disciplina della comunicazione, ovviamente, si tratta di una competenza fondamentale e che ha un grande impatto sul linguaggio utilizzato nei corsi, e quindi sulla loro efficacia.
In ultimo, ma non certo per importanza, la disciplina della Multimedialità.
“Poiché i nostri corsi sono chiaramente multimediali – spiega Maurizio Zacchi – questa è una competenza che viene data per scontata. Tuttavia, spesso l’uso della Multimedialità nella formazione a distanza è casuale, ispirato a criteri estetici, e crea fenomeni di distrazione che non si conciliano con la teoria del carico cognitivo. La memoria di lavoro, infatti, è divisa in due canali: uno per l’elaborazione dei testi e uno per le immagini. Pertanto, per rendere il corso più efficace, è necessario sfruttare al meglio questo doppio canale allineando i contenuti e seguendo una serie di principi tecnici”.
L’approccio multidisciplinare è dunque una caratteristica su cui Cyber Guru ha scommesso molto e che rende la sua proposta formativa molto diversa da quella di altre piattaforme.
“Questa complessità di conoscenze – conclude Maurizio Zacchi – è necessaria per uscire dalle gabbie del tecnicismo e per dare un volto umano alla tecnologia. Purtroppo negli ultimi anni quest’ultima ha subito una tale accelerazione che il fattore umano è rimasto troppo indietro. Ma non dobbiamo dimenticarci che la tecnologia deve essere al servizio dell’uomo e non il contrario. In Cyber Guru abbiamo abbracciato questa visione cercando di offrire il nostro contributo alla costruzione di un nuovo umanesimo digitale”.