Clementoni sceglie Cyber Guru (Gruppo Daman) per la formazione cyber dei propri collaboratori. Conoscenza delle minacce e dei rischi come prima misura di difesa. I programmi di awareness e training anti-phishing come parte integrante della strategia cyber della multinazionale italiana del gioco educativo
Articolo di Giuseppe Badalucco tratto da Data Manager
Fondata a Recanati nel 1963, Clementoni è da sempre fedele alla missione originaria di aiutare i bambini a crescere attraverso il gioco. Un’intuizione dalla quale è nata una solida realtà industriale che oggi coinvolge circa 600 persone e sviluppa un fatturato di circa 178 milioni di euro, di cui il 65 per cento realizzato dall’export.
«Per chi come noi fa impresa, la cybersecurity è diventato un tema assolutamente rilevante e trasversale rispetto agli ambiti in cui operiamo. Un elemento imprescindibile per la tutela dei dati aziendali e il normale svolgimento dell’operatività quotidiana» – spiega a Data Manager Susanna Clementoni, controller & compliance specialist, esponente di terza generazione della famiglia fondatrice dell’azienda.
«Il digitale trasforma anche il mondo dei giochi sia in termini di comunicazione, estensione di gioco ed esperienza d’acquisto. La cybersecurity è diventata un argomento imprescindibile sia nei confronti del consumatore che dei trade partners» – continua Susanna Clementoni.
«Lavorare sulla sicurezza in Clementoni significa creare una user experience di successo per tutti i clienti che ci affidano la loro fiducia. In una organizzazione come la nostra, l’attenzione e il rispetto al mondo del bambino sono due aspetti di estrema importanza. Di conseguenza, la scelta di costruire una cultura cyber diffusa è stata oltre che necessaria doverosa».
Anche per le implicazioni che un blocco dei sistemi potrebbe avere non solo sull’operatività day-by-day ma soprattutto sulla reputazione aziendale. «La perdita e la compromissione dei dati aziendali espongono qualsiasi organizzazione a un danno altissimo. Di recente, abbiamo assistito ad attacchi informatici che hanno messo in ginocchio multinazionali importanti. Chiunque a tutti i livelli può essere colpito. Nel nostro caso, trattando dati legati anche ai bambini, il danno non sarebbe solo economico ma di perdita di fiducia verso l’impegno che da sempre contraddistingue la nostra azienda».
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